
Mentre nell’ultimo post vi ho parlato in grandi linee di quello che è la Vigilia di Natale, oggi vi racconto qualcosa dei miei Natali.
Natale è in un certo senso magia, una magia che parte dal cuore e rende allegro tutto ciò che c’è intorno. Non sono gli oggetti ed i regali a far sì che questo succeda, ma solo la vicinanza dei nostri cari, fondamentalmente, anche se questi ultimi non ci sono più. In fondo chi sta nel cuore, non muore mai, giusto?
I miei Natali sono stati sempre parecchio “affollati”: molti zii, cugini – tantissimi, vi assicuro -, tanto che il pranzo di Natale, che solitamente veniva fatto a casa dei miei nonni, si trasformava in un gran momento di festa! Per rendere l’idea, non so se avete mai visto il film “Il mio grosso, grasso matrimonio greco”, ebbene, la mia famiglia potrebbe essere paragonata senza ombra di dubbio a quella greca di Toula…anche per quanto riguarda la varietà dei nomi, in effetti -_-‘
Ognuno cucinava qualcosa: c’era chi si rifaceva di più alla cucina tradizionale, come anche chi preferiva sperimentare qualche novità, ma poco importava, era sempre tutto squisito!
E poi si giocava a tombola o soliti giochi natalizi fino a sera…una gran festa insomma! 😀
Con il passare del tempo, le cose sono cambiate com’è naturale che sia, ma il calore del Natale non è cambiato affatto ed anche a famiglia ridotta (si può dire?), il Natale è sempre la festa più meravigliosa dell’anno. Credo che sia solo un discorso di cuore e di stato d’animo: Natale può essere dovunque, se tu te lo senti dentro.
Per quanto riguarda i festeggiamenti, io non sono per ciò che costa troppo, ma soprattutto per quello che vale, nel senso che si può festeggiare anche senza spendere un patrimonio e la nostra tradizione ce lo insegna abbondantemente.
La Calabria, anche se è bagnata per 3/4 dal mare, è una Regione prettamente montuosa e la sua cucina rispecchia tutto ciò molto profondamente. La pietanza di cui parliamo oggi è proprio una ricetta tradizionale e la si trova spesso durante le festività sia natalizie che pasquali. Si tratta dell’agnello cucinato in maniera semplice, con moltissima cipolla di Tropea e patate.E’ una ricetta economica, come tutte quelle che fanno parte della tradizione, delicatissima e deliziosa, tanto che difficilmente ne avanza per il giorno dopo. In più, con il suo fondo, ci potete condire un bel piatto di linguine o maccheroni fatti in casa…vedete un pò voi! 😀

Agnello alla Cipolla di Tropea e Patate al Forno
Ingredienti
- 1 Kg e 1/2 di agnello a pezzi
- 5cipolle di Tropea
- 5patate medie
- erbette varie (io ho usato timo fresco, rosmarino, alloro)
- 1 bicchiere di vino bianco
- olio d’oliva buono
- sale q.b.
- pepe q.b.
Preparazione
Pulite le cipolle, lavatele bene ed afettatele sottilmente. Ponetele da parte.
Lavate bene l’agnello sotto l’acqua corrente, asciugatelo e ponetelo da parte.
Versate un pò d’olio in una pentola di ghisa (o che comunque possa andare in forno), non troppo, giusto quanto basta a ricoprirne il fondo e fatelo riscaldare a fuoco medio-basso. Ponete le cipolle in pentola e fatele cuocere delicatamente fino a che non divengono semi trasparenti (ci vorrà qualche minuto).
Inserite anche i pezzi d’agnello all’interno della pentola, facendoli asciugare a fuoco sempre moderato. Rigirateli nella cipolla facendoli insaporire, salate, pepate e profumate con le erbe aromatiche.
Sfumate con il bicchierino di vino bianco ed incoperchiate. Abbassate il gas al minimo e lasciatelo cuocere per circa un’oretta, controllandolo di tanto in tanto.
Preriscaldate il forno a 180°.
Pelate le patate, sciacquatele e tagliatele a pezzi di medio-piccole dimensioni.
Cuocetele in acqua portata a bollore e salata per circa 10 minuti e scolatele.
Controllate l’agnello che a questo punto dovrebbe risultare quasi cotto, quindi inserite le patate all’interno della pentola, mescolate e salate leggermente.
Ponete in forno preriscaldate (senza coperchio) per una mezz’oretta.
Alla fine della cottura, le patate dovranno risultare dorate e la carne dell’agnello si dovrà staccare facilmente dall’osso.
Nota
Se il sapore dell’agnello vi sembra troppo forte, potete marinarlo prima di procedere alla preparazione. Ponetelo in una ciotola ricoperto di vino bianco con foglie di alloro e rosmarino e lasciatelo in marinatura per una notte. Il giorno dopo procedete secondo ricetta.

Quando hai scritto " con moltissima cipolla di Tropea" ti avrei inquadrato!!!!<br />Non mi spiego perchè tutti siano così parchi nell'utilizzo dell'ortaggio più dolce e prezioso che c'è!<br />Bravissima….qui non c'è da cambiare una virgola, solo trovare i prodotti giusti e dedicarsi con il massimo della passione:)))<br /><br />Abbracci liguri
davvero troppo bello, non ho mai visto un agnello cucinato cosi bene!
Che bello il tuo natale! Il mio è ancora così, nonostante la lontananza e il fatto di avere cugini sparsi per il mondo anche noi ci riuniamo tutti e facciamo un gran caos!
super succulento questo piatto :)<br />a proposito di Calabria mi piacciono tantissimo le patate della Sila e le preferisco a quelle comunemente in vendita nei supermercati.<br />a presto<br />
Non ci crederai, ma ho sentito il profumo dalla foto. Sarà che da siciliana la parola Tropea mi affascina… Io lo faccio praticamente identico, ma uso farlo a Pasqua e con il capretto, che dalle nostre parti è tipico. Buone feste! Ada
Da pugliese domiciliata a Reggio Calabria non posso che apprezzare post come questo che mi fanno conoscere la storia culinaria della regione che mi ospita, e dei cui prodotti mi sono già da tempo innamorata ( cipolla di Tropea e fichi secchi su tutti, ma anche petrali visto il periodo…).
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